Il Successo

06.02.2011 07:10

’Il successo sta prima nella mente, poi in tutto il resto, ma pochi lo sanno." (Henry Ford)
Per riuscire a fare ciò che vogliamo occorre intervenire su noi stessi per abituarci a mantenere un atteggiamento positivo nei confronti della vita e di ciò che, inevitabilmente, si frapporrà tra noi e il nostro obiettivo. Dobbiamo quindi essere capaci di modificare i nostri pregiudizi e le nostre convinzioni, oltre che i nostri stati d'animo. Proviamo a pensare ai momenti in cui siamo riusciti a realizzare qualcosa di significativo (e avevamo poche probabilità di riuscire). Proviamo ora a pensare come ci sentivamo di fronte all'ostacolo che si presentava. Ansiosi, impauriti, timorosi di fallire? Imprecavamo contro la malasorte oppure, a dispetto di quest'ultima, eravamo fermamente determinati a superare l'ostacolo, convinti nel nostro intimo di potercela fare? Come ci siamo sentiti dopo? Increduli o felici? Confrontiamo ora questa esperienza con altre in cui non abbiamo centrato l'obiettivo. Scopriremo che la vera differenza tra le due situazioni stava soprattutto nel modo in cui affrontavamo l'evento: sicuri in certe occasioni, negativi in altre.
Gli atleti lo sanno e mantengono di fronte alle prove decisive un atteggiamento mentale fortemente positivo, che consente loro di esprimersi al meglio. Thomas Edison è un caso noto di atteggiamento positivo: dopo i tentativi falliti per inventare la lampadina elettrica, si rivolse al proprio assistente e gli rivelò: "Sono proprio soddisfatto di questo traguardo: ho appena scoperto il millesimo modo per non inventare una lampadina!". Ma quali fattori influenzano il nostro atteggiamento? Le convinzioni e gli stati d'animo. Vediamo qualche esempio di convinzione errata. Un investitore è convinto che la Borsa sia controllata da pochi gruppi. Si astiene quindi dal leggere bilanci o consultare grafici in quanto l'unica cosa che gli interessa e di cui si fida sono le "dritte". Un altro è convinto che solo il "fiuto" funzioni, al di là delle tecniche d'analisi. Segue solo il proprio istinto. Un altro ancora segue solo i bilanci, ottimi per dare indicazioni di lungo termine sulle prospettive di un titolo, ma inutili per comprendere il momento giusto per vendere o comprare. Questi signori, ovviamente, perdono regolarmente. Come tutti coloro che, dominati da alcune convinzioni, rifiutano di analizzare la realtà. Liberiamoci delle nostre convinzioni, prima di prendere decisioni importanti! Ripensiamo, mettendoli per iscritto, ai momenti più felici della nostra esistenza! Quando ci siamo sentiti appagati e felici con noi stessi. Quali che siano, non importa. Realizzata la lista dei momenti d'oro, analizziamoli a fondo e cerchiamo di scoprire il loro comune denominatore. Ovvero, che cosa ci ha realmente resi felici e appagati. Una volta che lo avremo scoperto, sapremo anche qual è la leva più forte capace di motivarci. Che sarà quella su cui dovremo basare i nostri futuri tentativi. Troviamo la leva! Se a renderci felici e appagati è l'applauso del pubblico, faremo bene a scegliere un'attività capace di generare lo stesso risultato. Se invece abbiamo scoperto di essere appagati da un'attività solitaria, in cui siamo liberi di esprimerci senza condizionamenti, ecco che la nostra strada privilegerà attività individuali, probabilmente non legate all'impresa. Scriviamo quindi una lista delle dieci attività che più ci soddisfano. Non confondiamole con ciò che crediamo ci piaccia fare. Ora siamo pronti... Ora sappiamo che cosa vogliamo e come ottenerlo. Dedichiamo un po’ di tempo alle nostre liste. Dobbiamo infatti scoprire quali, fra le nostre attività favorite, meglio si accoppiano con ciò che vorremo avere o essere. Facciamo quindi una selezione delle nostre liste e tiriamo delle conclusioni. Scegliamo l'attività che meglio di ogni altra può darci ciò che vogliamo. Problema: ma noi facciamo tutt'altro! Abbiamo scoperto che la nostra massima aspirazione consiste nel praticare l'attività di giornalista, che ci consentirebbe di scrivere su un giornale, di guadagnare bene e di ottenere infine ciò che vogliamo. E siamo disperati perché attualmente siamo venditori presso un'azienda di elettrodomestici e tra noi e la professione di giornalista c'è un oceano di distanza. Ma attenzione, perché nella nostra ipotetica situazione, partiremo meglio di tanti altri. Sicuramente meglio di un ragazzino poliomielitico, che voleva diventare un famoso campione di nuoto. Si chiamava Johnny Weissmuller. Vinse le Olimpiadi e poi divenne il più celebre Tarzan del cinema. E meglio anche di una persona che cominciò a lavorare come raccoglitore di escrementi. Sarebbe diventato, quarant'anni dopo, il fondatore del primo quotidiano nazionale d'America: “Usa Today”. Il suo nome è Al Neuhart. Siamo convinti? Pronti, via! Scriviamo quali obiettivi intendiamo realizzare da qui ai prossimi dieci anni. Distinguendo con chiarezza gli obiettivi sociali (chi vorremmo frequentare, quanto e dove), professionali (cosa vogliamo diventare, in quanto tempo e dove), economici (quanto vogliamo guadagnare e in quanto tempo), personali (che cura vogliamo avere di noi stessi, dei nostri hobby, dei nostri interessi). Ricordiamoci anche, prima di scrivere, che gli obiettivi per esser tali devono essere determinati, quantificati, realizzabili e distinti per periodo: obiettivi a tre mesi, a un anno, a tre-cinque anni, a dieci anni, a 20 anni. Attenzione, gli obiettivi devono essere raggiungibili: se siamo alti un metro e 60, non è logico aspirare a diventare campioni di basket...Paura, rabbia, ansia, insicurezza, euforia, frustrazione, incertezza: ovvio che non bisognerebbe mai prendere decisioni in preda a uno stato d'animo alterato.Eppure molti di noi lo fanno, magari senza rendersene conto. Alcuni casi tipici: l'imprenditore che investe, indebitandosi eccessivamente, in un momento in cui la domanda esplode (euforia); il manager incapace di crescere professionalmente per paura di commettere errori fatali per la carriera (timore, insicurezza). Se non impariamo a dominare i nostri stati d'animo e a mantenere un atteggiamento positivo anche di fronte agli eventi più negativi, non faremo mai molta strada. L'atteggiamento non deve mai essere negativo. Tutto sta in noi: dalla convinzione di poter vincere, alla determinazione di riuscirvi. Noi e solo noi siamo gli artefici del nostro personale successo.
 Non temiamo il successo, inseguiamolo.Realizzare i nostri obiettivi è meraviglioso se ci siamo posti i giusti traguardi, ossia quelli che in fondo al cuore vogliamo ottenere.

 

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